Disznókö, letteralmente la pietra del cinghiale selvatico, produce vini sin dal 1400. Il più prestigioso è il Tokaji. Un vino dolce determinato da diversi fattori tra cui i fiumi Bodrog e Tisza, che favoriscono lo sviluppo di quella muffa nobile che colpisce, a seconda dell’annata, gli acini appartenenti a 4 varietà di uva. Le principali sono il Furmint, alta acidità, e l’Hárslevelü, dal grande patrimonio di profumi floreali. I vigneti di Disznókö sono collocati in un corpo unico, aspetto che rende più agevole i numerosi passaggi (almeno 3) che vengono effettuati per la raccolta degli acini con cui realizzare i Tokaji Aszù. Il processo produttivo per il Tokaji aszù parte dalla vinificazione di acini a perfetta maturazione, cui se ne aggiungono altri attaccati da muffa nobile ma non pigiati, così da non trasmettere al mosto sensazioni amare. La macerazione del composto si prolunga fino a 60 ore, trascorse le quali tutto viene pigiato e successivamente fermentato in acciaio. Il vino ottenuto infine matura in barrique per 2 anni (30% nuove). La quantità di acini aszù aggiunti al vino sono ‘misurate’ in puttonyos, dal nome del contenitore che accoglie gli acini aszù (circa 27 litri) durante la raccolta. L’espressione più rara del Tokaji è l’Eszencia, un vino ottenuto dal mosto che fuoriesce naturalmente in virtù del peso degli aszù stivati in un contenitore di acciaio. Il risultato? Un vino dal basso tenore alcolico, ma dalla grande concentrazione aromatica e gustativa.