Mica male svegliarsi la mattina e non avere come vista un grosso edificio cittadino, ma la propria vigna. Poi, magari, spostarsi al proprio luogo di lavoro ed averlo non in una periferia grigia e lontana o in una città caotica, ma in un grazioso paesino che per altro conosci a menadito, visto che qui è cresciuta tutta la tua famiglia. Forse per tutto questo, ma in realtà anche molto altro, che la famiglia Follin-Arbelet produce vini così buoni e insieme così fedeli al proprio territorio di provenienza. L’azienda ricava le uve, in prevalenza rosse, da circa 6 ettari, quasi tutti collocati ad Aloxe Corton, con un’eccezione davvero di prestigio: quella di un mezzo ettaro domiciliato nel Grand Cru di Romanée Saint Vivant. In vigna da anni niente chimica e diserbanti, ma solo prodotti alternativi, il più possibile sostenibili. In cantina roba semplice, perché quando hai dei terroirs così prestigiosi devi solo accompagnare, senza alcuna forzatura. La cantina del domaine, essendo per altro una delle più sotterranee dei dintorni, offre un habitat naturalmente termoregolato. Lo stile dei vini dell’azienda è riassunto molto bene dalle parole di Franck Follin-Arbelet, alla guida di questa cantina dagli anni ’90: “un vino che rappresenta il terroir da cui deriva è un lavoro ben fatto”.