Ci sono aree della Francia più tradizionaliste e storiche, altre invece più aperte al cambiamento, in una parola dinamiche. Non si tratta solo di qualità dei vini, ma anche di apertura alle novità relative alla gestione della vigna oppure all’utilizzo di differenti tecniche in cantina. Tutto questo poi si deve applicare alla maggior parte dei produttori della zona, così quel territorio e/o denominazione possa crescere in maniera evidente, ma uniforme. Quanto appena descritto è l’identikit di una denominazione della Loira, anche se non famosa come Sancerre, ma pur sempre avente per oggetto il Sauvignon Blanc. Si tratta di Cheverny, diventata appellazione vera e propria solamente nel 1993. A questa data se ne contrappone un’altra, questa sì antichissima, relativa alla fondazione del domaine du Salvard nell’Aoc Cheverny: 1898. A capo dell’azienda, anche qui da tanto tempo visto che siamo alla quinta generazione, la famiglia Delaille. Coltivano, nello specifico su suoli composti da un mix di sabbia, argilla e calcare, sia il Sauvignon Blanc (piante fino a 65 anni di età) sia, tra le varietà rosse, il Pinot Nero e il Gamay. In azienda la parte del leone la fanno i bianchi. Il loro Cheverny Blanc deve il suo sapore a una delicatezza in cantina che lavora con il meglio della tecnologia, anche se abbinata a un savoir faire familiare molto antico.
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