Se non ci credi tu, chi pensi lo farà per te. Questo deve aver pensato Alain Gallety quando ha affiancato il padre e poi lo ha sostituito alla guida di un’azienda che da tantissimi anni esisteva, pur non occupandosi di vino in senso stretto. Alain, oggi affiancato dal figlio, ha sempre visto le potenzialità di un luogo, la Côte du Vivarais, a cui in pochi in realtà credevano davvero. La tenacia di Alain verso la valorizzazione di questa zona e dei vini che qui si producono ha contribuito alla recente nomina della Côte, per la precisione nel 1999, ad Aoc. Oggi il domaine Gallety si è concentrato con decisione sul vino, con una sessantina di ettari in cui vengono coltivati: Syrah, Grenache, sia nera sia bianca, Marsanne e Roussanne,  su terreni che risultano essere un mix di argilla, specie in profondità, e calcare. In vigna ad oggi niente certificazioni, ma se parlate con Alain comprenderete immediatamente come il biologico qui è una realtà e non una semplice parola. In cantina, dopo una vendemmia manuale, fermentazioni in cemento e acciaio a seconda dell’etichetta che si andrà a realizzare. Quella chiamata Ligure, di fatto il punto più alto della qualità aziendale, è una cuvée a prevalenza di Grenache da piante di 85 anni, fatta affinare per oltre tre anni in legno.