Nonostante la natura rivoluzionaria dei francesi, della serie abbasso la nobiltà, in questo caso il domaine prende vita da un matrimonio aristocratico tra il barone, Paul Thénard, e una signora di Givry. L’azienda prosegue per discendenza femminile con la famiglia Bordeaux-Montrieux, strano cognome in Borgogna, oggi rappresentata da Jean-Baptiste. I vigneti di Givry sono vecchissimi, ma i pezzi pregiati sono le parcelle, tutte classificate grand cru, che si trovano a Corton, Grand Echezeaux e le Montrachet. In quest’ultimo grand cru il domaine arriva secondo. Piazza d’onore per ettari di proprietà, ma se consideriamo che da qui arrivano le uve per uno dei migliori vini bianchi in senso assoluto, si capisce come, alla fine, il secondo posto del podio non vada poi così male. La cantina dell’azienda è posta all’interno di un vecchio fienile con soffitto basso e vecchissimi serbatoi di legno utilizzati per la vinificazione (alle volte sostituiscono solo qualche doga solo dove e quando serve così da continuarli ad utilizzare). Il bianco da uve Grand Cru provenienti da le Montrachet affina per 18 mesi in botte (metà legno nuovo). Il tempo è un fattore decisivo per apprezzare questi vini, che impiegano anni per svelare tutto il loro enorme potenziale.
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