Uno dei primi 5 interpreti del vitigno non solo in Germania, ma addirittura al mondo. Una presenza costante ai piani alti delle preferenze degli appassionati, che si prolunga sino ad oggi addirittura dalla seconda metà del ‘700. La regola produttiva della famiglia tanto in vigna quanto in cantina è quella ribadita da Helmut Dönnhoff, alla guida dell’azienda dal 1971, oggi affiancato da Cornelius: “i vini straordinari si basano su vigneti altrettanto straordinari”. Quelli di Dönnhoff occupano poco meno di 30 ettari in gran parte popolati da Riesling (circa l’80%). I vini che ne nascono sono molto diversi tra loro, non solo per il differente grado di maturazione dei grappoli con cui vengono realizzati oppure in virtù delle superfici su cui le piante sono messe a dimora (sabbia, rocce vulcaniche e ardesia), ma anche rispetto all’età delle viti: qui arrivano fino a 65 anni. Avendo una complessità già così elevata, le scelte in cantina sono molto semplici e circoscritte: legno grande e/o acciaio a seconda del vino che si dovrà realizzare. Nonostante l’eccellenza delle loro etichette, classicamente con residuo zuccherino, la cantina Dönnhoff rimane un’azienda familiare.
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