Colli di Luni parte orientale di una costa ligure. Un territorio che l’Aurelia taglia di netto, dividendo il mare azzurro e generoso, da una montagna verde, aspra, dove la terra è contesa tra uomo e roccia. Qui l’azienda Giacomelli, il cognome poi mantenuto era quello della mamma dell’attuale proprietario Roberto Petacchi, in origine si dedicava a orto e seminativi. Poi arriva il vino e dopo 30 anni di attività è ancora l’unica coltura rimasta, non contando una piccola coabitazione con l’ulivo. Le viti, in prevalenza dedicate al Vermentino, poggiano su terrazze che garantiscono la migliore esposizione in collina e, dall’altra parte dell’Aurelia, soggiornano invece le parcelle da cui si ricavano le etichette classificate come IGT. Dei 12 ettari aziendali alcuni sono classificabili come veri e propri cru. Ad esempio il Pianacce, da cui si ricava un Vermentino croccante e iodato, il Boboli, dal nome di un vigneto risalente all’inizio del ‘900 che produce un vino di spessore e di decisa aromaticità, merito anche della presenza, sempre in vigna, di un 10% di Malvasia di Candia. Entrambe questi vini sono realizzati in acciaio. Per quello che invece potremmo definire il Grand Cru aziendale, Giardino dei Vescovi, l’azienda preferisce ricorrere al cemento. Questa parcella, in origine appartenuta ai Vescovi di Luni -da qui il nome dell’etichetta- identifica un vino che esprime ampiezza e morbidezza, senza che venga mai meno quella silhouette agile del Vermentino di queste parti.
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