Prima era una tartufaia, nel tempo convertita in un’area di coltura più autoctona, ma non meno pregiata, come il Sangiovese. Questo il territorio attorno a quella casaccia che da rudere diventerà agriturismo, grazie all’impegno di una famiglia che fa vino a Montalcino da ben 5 generazioni. Chi sostiene che i grandi territori del vino difficilmente propongano novità, qui sbaglia di grosso, come testimoniano le etichette prodotte dalla famiglia Franceschi. Insieme a Leopoldo oggi sono entrati in azienda, nuova di fondazione (2015), ma storica come dedizione, i figli Flavia e Federico. I vigneti aziendali, in alcuni casi collocati a 550 metri slm, sono probabilmente i più alti dell’area di Montalcino. La famiglia Franceschi tuttavia dei 12 ettari totali, ne dedica metà al Brunello e metà, nella doc Montecucco, alle varietà rosse internazionali. Vitigni e territori diversi che in cantina sono sottoposti a differenti iter produttivi. Per i vini da uve Cabernet, Merlot e Carmenere, acciaio e barrique anche nuove di rovere americano. Per il Brunello di Montalcino invece nuovamente fermentazione in acciaio e poi classica maturazione in botti di rovere di grandi dimensioni.