Qui non c’è azienda con vigne e terreni, anche se ci sono: le bottiglie, la passione dei due proprietari, Philippe e Sandrine, oltre a un archivio composto da annate e tipologie di vini minuziosamente selezionati e attentamente custoditi. Si tratta di Rivesaltes, in prevalenza, e Banyuls. Queste due tipologie di vino dolce rimangono tali grazie all’aggiunta di alcol, che blocca l’attività dei lieviti in fase di fermentazione. Prima di moda, specie tra le due guerre, queste due tipologie ottenute in gran parte dai vitigni autoctoni della zona (Grenache Blanc, Gris e Noir), negli anni ’50, in Francia avevano consumi altissimi: all’epoca se ne ‘facevano fuori’ quasi 70 milioni di esemplari. Progressivamente il consumo è calato prima e successivamente addirittura crollato. C’è tuttavia chi ha raccolto e collezionato queste bottiglie, prodotte in annate vecchie, alle volte anche vecchissime, visto che ‘l’archivio’ di Philippe e Sandrine può contare su millesimi risalenti all’800. L’Archiviste non ha badato nella costruzione del proprio archivio solo alle annate, ma anche alle diverse aziende che nel tempo le avevano prodotte. L’Archiviste può per questo a buon diritto fregiarsi del titolo di vera e propria biblioteca liquida del territorio. Le quantità disponibili ovviamente sono limitatissime. Il gusto, una volta assaggiati alcuni ‘volumi’ di questo archivio, regalano invece sensazioni senza limiti per profondità e complessità.