Cognome difficile da leggere, ma con una storia da romanzo d’appendice. Prima del vino Desiderius Pongrácz, fondatore dell’azienda specializzata in metodo classico che porta il suo cognome, studia all’accademia dell’agricoltura in Ungheria, suo paese natale. Finiti gli studi si arruola in cavalleria, ma l’esercito viene sbaragliato dai russi che stavano marciando verso la Germania sulla fine della seconda guerra mondiale. Desiderius viene catturato e spedito in Siberia. Tornato a casa quando vede che in Ungheria scoppiano i tumulti della primavera Ungherese (fine anni ’50), capisce che non è aria. Desiderius allora la cambia davvero, andando in Sud Africa. Qui si sistema nella zona di Stellenbosch, una delle regioni più vocate per il vino sudafricano. Sarà sempre un grande sostenitore degli spumanti sudafricani prodotti mediante metodo classico, da queste parti chiamato Méthode Cap Classique. Per realizzare le proprie ‘bolle’ Pongrácz utilizza solamente Chardonnay e Pinot Nero. In cantina i vini di questa realtà riposano sui lieviti per almeno 24 mesi, contro i 12 imposti dall’associazione dei produttori di Cap Classique.
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