In Maremma si deve stare proprio bene. Lo dimostra nonno Romeo -oggi ultranovantenne- che fonda sul finire degli anni ’60 l’azienda biologica Villa Patrizia e che la sua famiglia porta avanti da ben 3 generazioni. Essere i primi nel fare qualcosa spesso è un vantaggio, ma all’epoca la viticoltura maremmana non era così semplice, soprattutto se fatta con criterio e passione. Chi la dura la vince e dopo scelte coraggiose, come quella di imbottigliare la propria produzione sin dall’inizio degli anni ’80, oggi Villa Patrizia può essere definita come uno dei punti di riferimento enologico del territorio. Quale? Quello del Morellino di Scansano e in particolare del Montecucco. Villa Patrizia infatti ha vigneti in entrambe queste due denominazioni. I terreni, in totale 12 ha, se più vicini al mare sono generalmente più grassi con buona dose di argilla (Morellino di Scansano); quelli della denominazione Montecucco, più nell’entroterra, sono invece dotati di due peculiarità (suoli magri e altitudini che arrivano fino a 500 metri slm) non da poco, specie per chi come Villa Patrizia, cerca finezza e capacità d’invecchiamento. I vitigni allevati dalla cantina della famiglia Bruni sono: Sangiovese, Merlot e Ciliegiolo tra i rossi e Sauvignon Blanc, Malvasia Bianca e Procanico tra i bianchi. Molte uve, parecchio lavoro per una cantina che è rimasta familiare e insieme artigianale, come dimostra il fatto che la cura della vigna e della produzione è tutta a carico di Alessio, mentre mamma Patrizia si occupa dell’amministrazione. In cantina l’approccio è semplice ma efficace, grazie ad acciaio in fermentazione e legni di diverse capacità e differenti passaggi in affinamento. Da pochi anni sono stati introdotti anche degli orci di terracotta toscana per l’affinamento post-legno dell’Istrico (Montecucco Sangiovese). Tutti i vini sono certificati BIO.
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